Newyorkese di nascita ma da tempo ‘figlio della California’, per parafrasare il titolo del suo album numero quattordici, Ted Russell Kamp ha negli anni superato brillantemente il suo status di bassista della band di Shooter Jennings con una discografia di pregio che ora si arricchisce con uno dei suoi lavori più eclettici e vivaci, mostrando ottime doti compositive che ne fissano le radici country, folk e rock. “California Son” fa emergere tutto il dinamismo di un suono che di volta in volta si avvicina alla scuola country californiana, al country-rock figlio del retaggio lasciato da Gram Parsons e al rock nello spirito del mai troppo compianto Tom Petty, scegliendo con cura gli interpreti come i bravissimi I See Hawks In LA che lo affiancano nella limpida “Shine On” e alcuni dei più interessanti sidemen della ‘città degli Angeli’. Dodici sono i capitoli che compongono un album dalle molteplici sfumature, talvolta andando a scavare in tematiche autobiografiche e portando a termine un patchwork che definisce bene quali siano le influenze che hanno portato Ted Russell Kamp a diventare uno dei nomi di spicco del panorama roots negli States. “California Son”, la canzone, apre orizzonti solari e avvolgenti con una melodia e un’interpretazione (che a me ricorda anche quella del bravo Jono Manson) tra Parsons e Petty, il giusto incipit di un percorso intrigante, con la seguente “Hard To Hold” a ribadire una ormai consolidata solidità di suoni, con Ted Russell Kamp a districarsi con estrema naturalezza a basso, chitarre, tastiere e percussioni. E’ anche nelle ballate, sognanti ed evocative, che la bravura di Mr. Kamp si fa notare, da “Ballad Of The Troubadour” a “Firelight”, con l’amore per la country music espresso in pieno nella sapida “High Desert Fever” e in “Hangin’ On Blues” in cui protagonista è il basso, lo strumento con cui il nostro si è messo in evidenza. Da citare ancora il sinuoso classic rock di “Roll Until The Sun Comes Up” e le dinamiche aperture melodiche di “Every Little Thing” che lo avvicinano fortemente a quelle di Tom Petty in un’accoppiata finale che non fa che confermare la riuscita di uno dei migliori capitoli della carriera del nostro ‘California Son’. (Remo Ricaldone)