Rob McNurlin, country man proveniente dal Kentucky e cresciuto con una solida dieta musicale fatta di tradizione e di amore per grandi nomi come Johnny Cash e Bob Dylan, è musicista coerente la cui qualità ‘artigianale’ (tutti i dischi sono autoprodotti dalla sua Buffalo Skinner Records) va di pari passo con il non aver mai messo in discussione i suoni più genuini del proprio retaggio culturale. In questa recensione cumulativa sono due i lavori che negli ultimi anni lo hanno visto collaborare fattivamente con la band che da tempo accompagna il grande Marty Stuart, i Fabulous Superlatives. Proprio il chitarrista Kenny Vaughn siede alla consolle e cura il suono di entrambi gli albums, con l’infaticabile drummer Harry Stinson e Chris Scruggs qui alla pedal steel che lascia il ruolo di bassista ad un altro straordinario ‘Nashville Cat’ come Dave Roe. “Tent Of The Wicked”, quello dei due che il sottoscritto considera il più vario ed ispirato senza nulla togliere all’intensità di “The Gospel Guitar”, gode quindi del brillante suono fornito da una vera e propria macchina (in senso buono, naturalmente) oliata al punto giusto che sa come dosare ogni intervento e break strumentale, con in primis una vena compositiva che pone Rob McNurlin come uno dei più pregevoli artisti country indipendenti, pur in una ‘nicchia’ che non lo ha mai portato a sfiorare il successo commerciale. Di assoluto valore è la selezione di “Tent Of The Wicked”, dal fascino tradizionale della title-track alla splendida “That Danville Girl” che apre il disco, passando per piccole gemme come “Cotton Fields”, “Hillside Blues”, “Knockin’ On Wood” e “Rock Her All Night Long”. “The Gospel Guitar” è come dice il titolo improntato su temi religiosi e ancora si affida alla penna di Rob McNurlin che aggiunge ai suoi brani un paio di traditionals, “Saving Grace” di Bob Dylan e “It Was Jesus” di Johnny Cash a rimarcare il profondo rispetto per i due giganti della musica americana. E proprio la chitarra del titolo è quella appartenuta a Johnny Cash di cui il nostro venne in possesso grazie all’amico Chance Martin e che lo ‘guidò’ in qualche modo in questo progetto solido e strettamente legato al patrimonio gospel e vicino a certa ‘Christian country music’ che continua a riscuotere parecchi consensi negli States. Due dischi che ben definiscono lo spirito e i molti talenti di Rob McNurlin e che possono essere la porta d’ingresso ad una discografia certamente non facilissima da reperire ma che riserverà molte soddisfazioni all’appassionato di country music. ( Remo Ricaldone)