Dopo il grande successo negli anni a cavallo tra la fine degli novanta e il primo decennio dei duemila, la produzione discografica di Lee Ann Womack si è rarefatta, in un percorso che al tempo stesso l’ha un po’ allontanata dalle produzioni della Nashville più commerciale confermando però un amore forte e indiscusso per la tradizione country. Non c’è da sorprendersi quindi che si sia affidata alla Sugar Hill, etichetta storica per quanto riguarda la musica delle radici che tra l’altro aveva già contribuito alla ‘rinascita’ acustica di Dolly Parton con alcune delle sue pagine più belle, per il suo nuovo disco che rompe un silenzio di ben sei anni. “The Way I’m Livin’” conferma quanto Lee Ann sia vicina sia alla East Nashville di Buddy & Julie Miller e di Patty Griffin sia al nativo Texas e alla sua canzone d’autore, con una produzione ‘a sei mani’ affidata al marito Frank Liddell, al tecnico del suono Chuck Ainley e all’esperto bassista Glenn Worf che si rivela decisamente vincente. Ne risulta un lavoro ricco di alcune tra le più belle interpretazioni di una cantante già apprezzata per talento cristallino e intelligenza, un disco tra i migliori del suo viaggio alla ricerca di nuovi stimoli e di canzoni che rispecchino la sua personalità. Se “Prelude: Fly” è significativamente l’introduzione ad una selezione che regala emozioni e grande poesia dando spazio alla sua voce anche grazie ad un arrangiamento particolarmente scarno, è con “All His Saints”(firmata da Mindy Smith, tra le voci femminili più in sintonia con la protagonista), con la sua forza espressiva e le sue ‘gospel roots’ che si entra definitivamente nel ‘mood’ dell’album. “Chances Are” del texano Hayess Carll è tutto sommato una ballata country bella ma senza grandi ‘slanci’ mentre “The Way I’m Livin’” con la sua drammatica forza e attrattiva si pone come una delle migliori, un vero gioiello. “Send It On Down” di Chris Knight segue con accorato fascino e con una steel che accarezza e fa sognare nelle mani di Paul Franklin, “Don’t Listen To The Wind” è un’altra cover da brivido, dal repertorio di Julie Miller, una ballata amara e intrisa di disincanto, “Same Kind Of Different” è ancora sofferta, interiore e profondamente poetica, arrangiata con gusto, mentre sorprende la rilettura di “Out On The Weekend” da uno dei capolavori di Neil Young, “Harvest”, qui proposta con attenzione e riverenza. L’ultima parte è molto texana con ben due cover di Bruce Robison (“Nightwind” e soprattutto “Not Forgotten You” da incorniciare), una della poco nota ma brava Brennen Leigh (una scorrevole country song intitolata “Sleeping With The Devil” ancora introdotta da una bellissima pedal steel) e una di Mando Saenz (messicano ma naturalizzato texano che firma una “When I Come Around” limpida e notevole), con “Tomorrow Night In Baltimore” che movimenta con il suo andamento percussivo una serie di ballate eccellenti che ripropongono Lee Ann Womack come una delle voci più belle dell’attuale scena americana roots. (Remo Ricaldone)