Un po’ di ricostruzione storica, un po’ di analisi dei diversi contesti di mercato, un po’ di profili artistici dei protagonisti di cento anni di storia di musica Country, un po’ di tendenze in atto in questi lunghi decenni di arte e mestiere. Un po’, anzi soprattutto, di canzoni, dischi, voci, suoni, ossia molto della parte emersa che ci ha fatto innamorare di questo “genere” così apparentemente distante, eppure così capace di farci sentire quasi come figli d’America.
Frapolli non è facile da leggere, a tratti la sua prosa è legnosa, complicata; mette insieme profilature analitiche complesse, con orgogliosi pareri personali; trattazioni “alte”, con aneddoti di semplice umanità. Ma insieme a questi tratti di spigolosità, ha il merito di far riscoprire, in qualche caso, scoprire da zero, tantissimi dischi e numerosi interpreti, i cui meriti finalmente ricevono la giusta dose di valorizzazione, senza preconcetti bensì con la forza di argomenti personali ma sempre ben motivati.
La finestra aperta su questi ultimi trent’anni di musica Country è poi, banalmente, un unicum nell’editoria italiana, da sempre molto poco attiva in questo ambito, e offre innumerevoli spunti per capire maggiormente le tendenze della contemporaneità e per godere appieno di questo nostro mondo in continua trasformazione, che però mantiene sempre un occhio di riguardo al suo passato e alla sua tradizione centenaria.
Questo appena pubblicato è il primo volume che consta di dodici capitoli, dalle origini fino alla massima espansione commerciale di fine millennio scorso. È presente anche una lunga prefazione dal titolo “Sui Generi Musicali” dove l’autore si ferma a considerare lo “status” autonomo della musica Country in qualità di enorme contenitore di suoni, voci, approcci, intenzioni, atteggiamenti, che, seppure con una lunghissima storia di sviluppi e modifiche, ha saputo mantenere una certa identità riconoscibile. In primavera arriverà il secondo volume che, com’è prevedibile, giungerà fino ai giorni nostri.