Quella di Ben Kunder è un’altra eccellente voce che arriva da Toronto, fucina di talenti fin dagli anni sessanta con una scena musicale tra le più brillanti del Canada e dell’intero nordamerica. Il suo debutto nel 2014 è ancora insuperato e “Golden” rimane tra le più godibili ‘opere prime’ degli ultimi anni con la sua canzone d’autore profondamente ispirata alla grande tradizione canadese con il folk in primo piano. Il secondo “Better Human” del 2018 ha accentuato inflessioni pop che hanno reso certamente più personale la sua musica ma in alcuni momenti l’hanno resa un po’ artificiosa appesantendo quella semplicità che era una delle doti principali. Alti e bassi artistici presenti in quell’album che però lo hanno portato all’attenzione della critica contribuendo a ‘far girare’ il suo nome nell’ambiente ‘indie folk’ e cantautorale. “Searching For The Stranger” ora è il giusto compromesso tra le atmosfere più folk degli esordi e le attitudini pop del precedente, trovando buone ispirazioni compositive e arrangiamenti equilibrati che danno l’esatta direzione in cui Ben Kunder si sta muovendo. In definitiva un lavoro profondo ed incisivo in cui le tematiche hanno il giusto peso poetico, le considerazioni sui rapporti interpersonali riflettono un’anima sensibile che interpreta con grande sensibilità le paure, le aspirazioni e le gioie insite nell’animo umano. Le canzoni di “Searching For The Stranger” hanno la capacità di crescere con gli ascolti dando l’impressione di un disco compatto e coeso dove le colorazioni folk si sposano perfettamente con le ballate pop dando vita ad una piacevolissima carrellata di personaggi e di situazioni. La voce è morbida, onesta e autentica, in grado di coinvolgere l’ascoltatore e di cullarlo portandolo nel proprio mondo. “Seul”, “Ghost”, “Colours”, “Stranger”, “Spring” sono solo alcuni esempi della sua musicalità che aspetta solo una sensibilità affine per poter essere apprezzata. (Remo Ricaldone)