Nancy Cassidy è un’artista impegnata a trecentosessanta gradi con attività che comprendono concerti e workshops, impegno civile ed ambientalista, il tutto portato avanti con straordinaria umanità e talento. Californiana di nascita, da più di tre decadi incide con buona regolarità dischi in cui sonorità country e folk si integrano alla perfezione grazie ad una vena compositiva profonda e intensa che io avvicinerei, per fare un paragone calzante, a quella della mai troppo compianta Kate Wolf da cui ha ereditato eleganza, grazia e sensibilità. “River’s Rising” è il suo nono album, un disco prodotto dall’esperto Ed Tree che oltre ad averle cucito addosso un suono impeccabile e prettamente acustico ha contribuito con le sue chitarre a creare amtosfere cristalline e bucoliche. Tra i nomi coinvolti in queste sessions tenute negli storici studi Sunset Sound di Los Angeles ci sono Taras Prodaniuk, bassista conosciuto la prima volta per aver accompagnato Dwight Yoakam e poi più volte con lo strepitoso Richard Thompson, Gary Ferguson, batterista già con John Hiatt, Jay Dee Maness la cui pedal steel ha nobilitato centinaia di registrazioni ed è stato giustamente inserito nella Hall of Fame dello strumento e The Waters, gruppo vocale che in più momenti dà quel tocco gospel che rafforza melodie sempre azzeccate. Tredici sono le canzoni inserite in “River’s Rising”, molte da ricordare per la personalità con cui Nancy Cassidy affronta ballate e midtempo, con grande affetto e riconoscenza verso la tradizione a partire dalla splendida “When I Get Home” con cui si inizia questo ‘viaggio’ musicale. “River’s Rising” rappresenta alla perfezione la filosofia di Nancy fatta di condivisione, comprensione, amore per la natura, una canzone guidata dal piano di Carl Byron e dagli ottimi The Waters ai cori, “Fishin’” è frizzante e godibilissima con l’armonica di Mitch Grainger a farla da padrone così come in “No More”, cadenzata e scorrevole, mentre “How Wrong Is Wrong?” è una parentesi più rock, più grintosa. Da sottolineare ancora la dolcezza di una country song come “He’s Gone Away”, nostalgica e maliconica, l’orgogliosa “Warrior Of Time” caratterizzata dal bel fiddle di Aubrey Richmond, “Hold On, Sister” che riprende il fascino antico della Carter Family e la chiusura affidata a “You’re Perfect”, ballata pianistica ad effetto. Occasione questa più che ghiotta per conoscere una delle voci più genuine della California tra country music e folk. (Remo Ricaldone)