Chris Wall è un artista sincero, un fiero storyteller che ha saputo rappresentare la country music in modo esemplare cogliendone gli aspetti più veri, senza scendere a patti con il business. Nato a Newport Beach, California, luogo non propriamente nell’immaginario del genere, Chris Wall ha ereditato l’amore e la fascinazione per il mondo country & western dal padre, collaboratore dei mitici Sons Of The Pioneers di Bob Nolan. Il ranch nel Montana di un suo zio è stato una tentazione troppo forte per il giovane Chris e ben presto il trasferimento nei ‘luoghi del cuore’ è cosa fatta ma il vero primo passo verso la carriera musicale avviene nel 1987 quando incontra Guy Clark il quale, impressionato dalla sua passione e dalle sue doti artistiche lo presenta a Jerry Jeff Walker. Sotto la sua ‘ala protettrice’ Chris Wall ha la possibilità di intraprendere i primi passi nel mondo musicale, si trasferisce ad Austin e debutta con un album in cui è già maturo un ‘songwriting’ dove honky tonk, suoni western ma anche rock convivono felicemente. “Honky Tonk Heart” inciso autonomamente nel 1989 e ripubblicato ufficialmente un anno dopo vede già la presenza di piccoli classici del suo repertorio come la grintosa e robusta “Trashy Women”, la poetica e suadente “The Empty Seat Beside Me” e l’ironica “Something To Shoot”. Suono asciutto e conciso, amore per le storie di ogni giorno, vissute e raccontate con nel cuore, immancabilmente, la lezione dei vari Merle Haggard, Willie Nelson e Johnny Cash ma in generale di coloro che hanno scritto la storia della country music, talento nel rivestire questi racconti con melodie efficaci e cristalline: queste sono le peculiarità di uno dei segreti meglio custoditi di queste ultime decadi in fatto di tradizione. Con grande sicurezza e convinzione Chris Wall prende in mano le redini della sua carriera discografica producendosi il secondo disco (“No Sweat”, 1991), tributando omaggio ad un altro dei suoi ispiratori come Pinto Bennett con tutta la modestia e la genuinità possibile.Il West è sempre al centro della sua musica e, raccontandone gli aspetti più profondi e caratteristici, Chris Wall dipinge quadretti pregnanti e spesso intensi e commoventi. Il legame inevitabile con gente come Chris Ledoux poi scava ancora più profondamente nelle radici di un suono che non perde mai di vista i propri miti (“I Feel Like Hank Williams Tonight”, “Way Out West” o “Cold Blue Highway” per esempio dal suo terzo album co-prodotto da Lloyd Maines “Cowboy Nation” nel 1994). La produzione è comunque parca, Chris Wall non cede alle lusinghe del ‘music biz’ e incide solo quando è pronto a presentare nuove canzoni e nuovi progetti. Nel 1996 è la volta del suo live album, un “Any Saturday Night In Texas” inciso nel giorno dell’Indipendenza texana all Gruene Hall, tra le più belle location del Lone Star State con ospiti come Dale Watson (con il quale scrive la splendida “Ship Me Back To Texas”), Bruce Robison & Kelly Willis e Mary Cutrufello. Sempre più musicisti conoscono e apprezzano Chris Wall e “Tainted Angel” pubblicato nel 1998 (a mio parere il suo punto più alto ed ispirato) ne è la conferma con le note scritte da Ray Wylie Hubbard nell’introduzione al disco e soprattutto la presenza al completo dei Reckless Kelly come backup band in tutto l’album. Gli ultimi due lavori, magnificamente ed artigianalmente concepiti e prodotti dallo stesso Chris Wall aggiungono ulteriori punti a favore di un ‘western troubadour’ che lotta quotidianamente per far emergere la propria musica in un panorama musicale in cui, se non ci si ‘aggiusta’ con autoproduzioni e crowdfunding, è sempre più complicato farlo. “Just Another Place” (2002) e “El Western Motel” non fanno che confermare quanto meriti il riconoscimento di tutti coloro che hanno a cuore la Musica Americana delle radici.(Remo Ricaldone)