Tra le segnalazioni di questa puntata di Planet Rock cominciamo con il nuovo disco di David Crosby, icona per eccellenza della musica californiana che torna a ‘soli’ due anni di distanza dal precedente “Croz” confermando la volontà di soffermarsi su una produzione solista che a mano a mano si è compattata negli anni dopo il sodalizio con Graham Nash che pare per il momento accantonato. “Lighthouse” è raffinato e rarefatto, composto da una serie di ballate che probabilmente non aggiungeranno nulla alla sua grandezza ma che ce lo riconsegnano con una voce straordinariamente (per età e vicissitudini di una vita) pulsante e poderosa. “Things We Do For Love” e “By The Light Of The Common Day” che aprono e chiudono l’album, “Paint You A Picture” scritta con Marc Cohn, “Look In Their Eyes” e “The Us Below” le cose più lucide di un talento più che affermato. Ian Hunter è stato il frontman dei Mott The Hoople, band britannica che negli anni settanta arrivò più di una volta in cima alle classifiche con classici come “All The Young Dudes” rimarcando la loro vicinanza spirituale e di affinità a Lou Reed e David Bowie. La sua produzione solista è stata di grande qualità e soprattutto gli ultimi “When I’m President” del 2012 e questo “Fingers Crossed” lo hanno consacrato come uno dei ‘grandi vecchi’ del rock internazionale. Alla tenera età di 77 anni Ian Hunter ha firmato un lavoro solido ed ispirato, vivo e vibrante, tra i migliori del 2017, dal tributo a David Bowie in “Dandy” a “Stranded In Reality” e “Long Time”.Non propriamente rock, non nel senso classico del termine ma autore amato ed apprezzato in questo ambito (Joe Cocker, Three Dog Night, Peter Gabriel e mille altri hanno ripreso la sua musica), Randy Newman ha da qualche anno deciso di rivedere il suo repertorio in versione acustica al pianoforte, suo strumento principale al quale ha legato la sua memorabile carriera. “The Randy Newman Songbook” è arrivato al terzo capitolo e ancora una volta emerge nella sua massima forza espressiva un talento ‘a tutto tondo’ che ha regalato indimenticabili colonne sonore (da “Toy Story” a “Monster & Co.” per la Disney) e musica che rimane tra i classici del suono americano. Randy Newman e il suo piano, un’accoppiata vincente per una delle firme, spesso intinte nel vetriolo e spesso spettatore ironico e disincantato della storia politica e sociale d’oltreoceano. Patterson Hood e Mike Cooley sono le attuali anime dei Drive-By Truckers, attualmente tra le grandi rock band americane che guardano alle radici con estrema forza e bravura.Mai banali o risaputi i Drive-By Truckers con questo loro nuovo “American Band” propongono il loro disco più ‘politico’, proprio nell’anno delle elezioni presidenziali. Un disco forte ed orgoglioso che descrive dal suo cuore più profondo (provengono dall’Alabama, terra di contraddizioni e contrapposizioni) l’America di oggi, toccando temi come razzismo, violenza, terrorismo, paura, in uno dei loro lavori più belli ed ispirati. Lucidi e immuni al ‘politically correct’, Hood & Cooley descrivono alla perfezione l’America più amata ed odiata e le sue forme più ‘scomode’ e turbolente. Un altro personale quadro disegnato a ventanni esatti dal loro esordio discografico. Band assolutamente da (ri)scoprire. Chiudiamo con una nuova band da Los Angeles che incarna pienamente lo spirito rock’n’roll con quell’urgenza tipica dei classici del genere, la voglia di emergere con le canzoni ‘da tre minuti’, taglienti, fresche, potenti. Si chiamano The Shelters e il loro disco omonimo è prodotto nientemeno che da Tom Petty che li ha casualmente visti dal vivo e ha voluto ‘battezzare’ il loro primo passo nel mondo del rock business. Questo è un disco che scorre in un attimo con naturalezza, prendendo spunto dai Kinks, dai Byrds e da tutti coloro che hanno scritto la storia di questo suono. Naturalmente niente di nuovo sotto il sole ma è sempre più che piacevole e godibile segnalare nuovi nomi che hanno le radici giuste e ‘portano la torcia’ ispirandosi alle grandi band del passato con la verve di chi ha personalità e carattere. (Remo Ricaldone)