E’ la materializzazione di un sogno e il coronamento di un progetto al quale Luca Vitali, profondo appassionato di quell’America delle ‘strade blu’ e della musica fortemente legata alle proprie radici country, blues, folk e rock’n’roll, ha dedicato giorni e notti lavorando indefessamente mettendoci testa e cuore. La passione per letteratura e musica americana ha così portato alla pubblicazione di un romanzo, “Rock’n’Roll Shit / Il Filosofo del Chiaro di Luna”, e di questo disco che funge da colonna sonora e da punto di riferimento godibilissimo a quelle storie. Il progetto, inciso tra Italia e Stati Uniti, ha così preso forma grazie al coinvolgimento di una notevolissima serie di musicisti da entrambi i lati dell’oceano che hanno prestato i loro talenti e la loro visione di un’America profondamente poetica e sognante, lirica e dalle movenze cinematografiche rimandando ad immagini che tutti noi abbiamo fissate nel nostro cuore. Edward Abbiati, Graziano Romani, i fratelli Severini ed Ellen River, per citare qualche nome, sono artisti legati a filo doppio con i suoni roots d’oltreoceano, declinati attraverso personalità importanti che hanno dato vita ad un loro percorso di grandissima qualità e qui li ritroviamo in forma ispiratissima, affiancati da personaggi come Jono Manson, Mojo Nixon e Bob Cheevers che sanno esprimere empatia e senso di condivisione in un viaggio veramente affascinante. Emozioni che prendono forma in un’alternanza di brani dal taglio ‘americana’ nel senso più ampio del termine, in bilico tra acustico ed elettrico, toccando i magnifici deserti del sudovest e il sempre incantevole ‘border’. Non è facile estrapolare qualche momento in una selezione così coesa e ben strutturata, si tratta come sempre di sensazioni personali e del particolare momento in cui la si ascolta. Comunque secondo me sono da sottolineare una “Hole In The Wall” dove rinascono le fascinazioni di una band come i Green On Red che hanno lasciato un segno profondo nello sviluppo di certo alt-country e con una convincente interpretazione vocale di Mauro Eufrosini, “I Lost My Heart In Seligman, Arizona” dove le voci di Marvin e di Ellen River si uniscono per accarezzare il nostro cuore, complice anche la lap steel di Mike Brenner, con una melodia intima e sulle orme dei Richmond Fontaine e la ‘younghiana’ “I Can’t Sleep (But I Can Dream)” in cui la performance vocale e l’armonica di Giampaolo Corradini sorprendono per sostanza e ispirazione, con le splendide chitarre di Stiv Cantarelli a dominare la scena. Con “Contrabando” si va invece al confine tra Texas e Messico con una sempre deliziosa prova vocale di Jono Manson, qui affiancato da Marino e Sandro Severini degli inossidabili Gang e con un’evocativa parte strumentale di Stefano Intelisano all’accordion, mentre è da rimarcare la bellezza cristallina di “Kiss The Sky” interpretata da Edward Abbiati con il supporto di Stiv Cantarelli all’acustica e il sempre eccellente Mike Brenner alla steel, gli stessi che forniscono la base per l’altrettanto efficace “The Shiniest Part” che ha come lead vocalist Andrea Montacchini. ‘Sporcata’ di blues è poi la grintosa “Meyer’s Brothel Motel” con protagonista Graziano Romani che aggiunge una nota ruvida ed energica ad un album che merita veramente nella sua interezza. Un progetto assolutamente riuscito. (Remo Ricaldone)