East L.A. è stato sin dagli anni sessanta punto di incontro di varie culture all’insegna del più sanguigno e vibrante rock, filtrato attraverso il retaggio messicano dei giovani che frequentavano quelle strade e nei cui garage suonavano instancabilmente. Poi è venuto il grande successo dei Los Lobos che ha fatto luce su quella scena e i Tremoloco guidati da Tony Zamora si inseriscono perfettamente in quel godibile ‘melting pot’ di suoni tra rock, tex-mex, country music e sorprendentemente anche cenni celtici e cajun. “Curandera vol.1” è il nuovo album del trio guidato appunto da Tony Zamora (chitarre elettriche ed acustiche, organo, ukulele e guitarron), con i fedeli pards Cougar Estrada a piano, batteria, tastiere e percussioni e Roberto Rodriguez III all’accordion e si presenta con una forza notevole passando con grande naturalezza dal rock di marca Los Lobos dell’apertura di “Mezcal” alla sontuosa ballata venata di Irlanda di “Dixie Overland Highway” con il pennywhistle di Pàdraic Conroy. L’album è tra le cose più brillanti degli ultimi tempi in un susseguirsi di emozioni e di sorprese che danno l’idea di un combo sempre alla ricerca di nuovi stimoli e di orizzonti, dal rock potente e sinuoso di “Junk Drawer” e di “One Hand” dove emergono tonalità blues ai sapori cajun di “Sunday Sinners”. Naturalmente ampio spazio è dedicato alle radici latine, con la tenue “Màs Que Nada” che rimanda ai Texas Tornados al trascinante piglio norteno di “Monterrey”, passando per “Mexicano” che può far pensare a certe cose dei Calexico e la poesia di “El Paso” che ha il sapore agreste della tradizione. Splendidi sono anche i soffusi arpeggi acustici che introducono la bella “100 Years (Every Kiss In Between)” e il finale affidato alla title-track, l’affascinante “Curandera”, tra Texas e California, i luoghi dove si sono svolte queste sessions. E ora non ci resta che aspettare il secondo volume di queste incantevoli avventure. (Remo Ricaldone)